Limiti e sfide del sistema AML/CFT e di Asset Recovery nell'Unione europea
Corso di 4 ORE in modalità "e-learning on-demand"
Si affronta il tema dei paradisi fiscali evidenziando come l’agenda politica internazionale degli Stati a fiscalità avanzata e delle organizzazioni internazionali appaia sempre più incentrata sul tema del potenziamento e del rafforzamento della cooperazione amministrativa e dello scambio di informazioni, quali strumenti di contrasto alla frode e all’evasione fiscale internazionale. Si esaminano le iniziative del legislatore eurounitario volte al contrasto delle politiche fiscali delle giurisdizioni non cooperative e i centri internazionali offshore che rifiutano di adottare i principi di trasparenza e di scambio delle informazioni. Si approfondiscono i principali criteri distintivi di un paradiso fiscale, distinguendo tra gli elementi di natura fiscale ed extra fiscale che orientano un’impresa a delocalizzare le proprie attività in un Paese a fiscalità privilegiata. Si evidenziano i limiti dell’attuale sistema di valutazione adottato dalle istituzioni europee e internazionali di individuazione delle giurisdizioni non cooperative, proponendo un nuovo modello di assessment integrato.
Si delineano le novità introdotte nel dispositivo europeo antiriciclaggio dall’Action Plan lanciato dalla Commissione europea il 7 maggio 2020 e si affrontano le più recenti novità introdotte dal legislatore europeo in materia di Asset Recovery e Asset Management, ripercorrendo gli sviluppi normativi dalla direttiva 2014/42/UE al Regolamento (UE) 2018/1805. Si sviluppa un’analisi approfondita della direttiva 1371/2017/EU (direttiva PIF) in materia di frodi e attività illecite in danno degli interessi finanziari dell’Unione Europea, soffermandosi sull’istituzione del nuovo Ufficio del Procuratore europeo (EPPO), nonché della direttiva 2018/1673/UE (c.d. VI direttiva antiriciclaggio) individuandone le ambiziose sfide. Si analizza il Regolamento (UE) 2018/1805 del 14 novembre 2018 relativo al riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca.
Si affronta il delicato tema della cooperazione giudiziaria penale nell’Unione a seguito dell’istituzione della Procura europea che pone delle questioni di non residuale complessità che potrebbero accrescere l’incertezza del diritto determinando, ad esempio, dei corti circuiti nell’ambito dell’attività di giurisdizione di garanzia esercitata dal giudice per le indagini preliminari con riferimento alla valutazione della validità degli atti d’indagine. Ci si sofferma poi sulle novità introdotte dalla direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e le interessanti interrelazioni con i Modelli Organizzativi ex D.Lgs. 231/01. Si approfondiscono i rischi correlati alle attività svolte dalle Organizzazioni Non Governative (ONG) nell’attuale dispositivo di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo anche in riferimento alle lacune attualmente esistenti nella disciplina europea AML/CFT proprio riferita alle ONG. Si effettua una disamina delle disposizioni contenute nella DAC 6 e un focus sul dispositivo europeo relativo alla condivisione delle informazioni sia in materia di cooperazione amministrativa in ambito fiscale che antiriciclaggio.
Si evidenziano i limiti del sistema antiriciclaggio europeo in materia di criptovalute e si propone un nuovo modello di approccio investigativo: dall’identificazione dei soggetti all’identificazione delle transazioni. Si approfondiscono le potenzialità offerte dalla tecnologia blockchain e dall’intelligenza artificiale ai fini antifrode e quale strumento per migliorare la tracciabilità dei flussi finanziari. Si esamina un caso di studio: l’erogazione dei fondi europei e degli effetti positivi che deriverebbero dall’implementazione di un sistema blockchain nel monitoraggio delle attività di erogazione dei fondi europei che si sostanzierebbero in una più efficace tracciabilità dei flussi, in una più agevole accessibilità dei dati e l’isolamento degli attori malevoli.
Dott. Avv. Marco Letizi. Avvocato e Dottore Commercialista, è stato per 30 anni Ufficiale della Guardia di Finanza. Esperto di green economy, finanza sostenibile e normativa ESG, è autore di numerose pubblicazioni su quotidiani e riviste specializzate ed è spesso chiamato a intervenire quale relatore in autorevoli consessi nazionali ed esteri nello specifico settore.
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